Il mio migliore amico
maschio, sì, maschio
mi fa strano chiamarlo così, una volta ho detto, per descriverlo, che è come un braccio, sì perché ormai è come un pezzo di me, e ci sentiamo e capiamo senza parlare. è buffo quando comunichiamo a grugniti o a gesti e gli altri ci guardano senza capire, ma è come sentire che il braccio (e il pezzetto di cervello correlato) sta al posto suo e ancora risponde
siamo anche la cartina al tornasole l'uno dell'altro (e fanculo parlo al maschile, tanto è più donna lui tra noi), solo che io sono la parte che si incazza e dice tutto come viene viene, lui è la parte che pensa e si tiene i suoi dubbi fino a stare male, piuttosto che fare male
lui è quello dolce, che se si muove rompe cristalli, io cerco di non rompere i cristalli e rompo tutto il resto
una bella accoppiata, è difficile restare sani standoci vicini
avevo paura di parlare al posto suo e lui mi ha tranquillizzata facendomi da specchio, come sempre, ha questa capacità di starti a sentire e parlarti senza giudicare mai, questo non l'ho mai imparato, ci provo ancora però
e mi ha detto che io sono chiara, non posso fare a meno di dire le cose come stanno (o comunque di farlo capire, aggiungo io, precisa fino alla nausea)
insomma avevo paura, ma alla fine ha parlato lui
poche parole (strano)
perfette
vere
eravamo tutti lì per lui
e questo fa capire quanto è
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