Dunque torniamo a queste sudate carte (immagine che mi ha sempre provocato un certo disgusto, oltretutto lo schermo imbrattato di sudore è un’immagine tanto repellente quanto imbarazzante… ci tengo al mio netbook!)
Mi sono accorto di essere partito nella maniera sbagliata con questo blog. Al solito, mi sono imposto standard elevati che non sono riuscito poi a mantenere. È anche vero che i miei parametri di riferimento sono Buddha e William Burroughs, ma, per citare il grande Woody, se uno deve scegliersi un modello chi si sceglie, il portiere del condominio?
Oltretutto il mio ha più di 80 anni ed il suo interesse maggiore è quello di fissare i citofoni, non lo vedo come un forte incentivo al miglioramento. Magari ha anche l’hobby di leggere blog, e se sta leggendo questo mi sono reso difficile la vita (un portiere sa fartela pagare, se vuole), ma tant’è… sopravviverò anche a questa.
Dopo un periodo scorpionico in cui ho bazzicato i bassifondi della mia anima, tra Largo della Autocommiserazione e Viale dell’Inadeguatezza… sì, proprio dalle parti di Viale Malinconico e Parco dei Rimpianti!, ritorno in barca e mi avventuro nelle acque a me consuete, quelle della scrittura.
Che sia discreta o pessima non sta a me dirlo, ma di fatto riempire spazi bianchi definisce al meglio il mio essere al mondo, come neanche il canto di antichissimi mantra o la contemplazione del proprio Sé può fare. (Il Sé…?. Seeeee…)
Uno stare al mondo che fino a poco tempo fa pensavo potesse essere meno solitario, ma in questi giorni viola di intenso Kali Yuga non si può fare troppo le mammolette. Sento già le urla del Sergente Karmico dritte nelle orecchie: “COSA ABBIAMO QUI? UNA FOTTUTA SIGNORINA? TIRA FUORI LE PALLE SPIRITUALI SOLDATO!!!”
(Tengo a dissociarmi dal linguaggio politically incorrect di quest’ultima frase, non è il mio ma quello della mia parte yang inconscia, ho tutto il rispetto di questo mondo per signorine e signorini, specialmente se fottuti,e anelo alla loro frequentazione.)
Insomma, rieccoci in barca, a scrivere nelle grandi onde dell’Etere. Le vele si gonfiano, l’orizzonte è incerto, e ho già nostalgia di una terra mai vista.
Stiamo a vedere.
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Bentornato
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